La casa contigua alla Chiesa Santa Maria Addolorata, dichiarata nel 1915 Chiesa Nazionale Argentina, fu concepita e fatta costruire come abitazione personale da Mons. José León Gallardo, che per alcuni anni la condivise con sua madre. Godette però per poco tempo di questa residenza, considerata la sua prematura morte nel 1924.
A partire dall’anno 1929, quando l’Arcivescovado di Buenos Aires stipulò una convenzione con l’Ordine della Mercede, si stabilì nella casa la comunità religiosa che costituiva il Convento di San Pietro Nolasco in Urbe. Più tardi le si aggiunse la comunità della Curia Generale dei Mercedari fino al 1965, quando quest’ultima venne trasferita nella nuova sede romana nella zona di Boccea. Fu sede parrocchiale solo per due anni (1932-34), durante i quali convissero nella casa Maestro Generale, Rettore della Chiesa Nazionale e Parroco, con i rispettivi collaboratori.
Quando fu creata la Parrocchia di Santa Maria della Mercede e di Sant’Adriano, e più tardi fu trasferita la Curia Generale, vi rimase la sola comunità del Convento San Pietro Nolasco, formata dal rettore e dal vice della Chiesa rettoria, sempre della Provincia Argentina dei Padri Mercedari. Fu così fino al 1989, quando l’episcopato argentino decise di riprendere la gestione diretta della Chiesa Nazionale, e nominò un rettore appartenente al clero diocesano.
Durante il periodo in cui i Mercedari esercitarono la cura pastorale della chiesa, nella casa canonica risiedettero alcuni sacerdoti diocesani argentini che, per motivi religiosi o di studio, si trovavano a Roma. Così furono ospiti della casa Don Luis María Etcheverry Boneo e il futuro Cardinale Jorge Mejía.
A partire dal momento in cui la Conferenza Episcopale Argentina assunse la gestione della casa e della chiesa, cominciarono a poco a poco a venire, per motivi di studio, diversi sacerdoti diocesani, dando vita ad una comunità sacerdotale - di fatto - di formazione permanente. Fu sotto la gestione di Don Antonio Cavalieri che si pensò di dare a questa realtà la veste formale di un Collegio Sacerdotale, come per gli altri che già da secoli esistevano a Roma. Così si iniziò con un accordo di convivenza che diede luogo in seguito alla formale creazione del Collegio, con Statuto e Regolamento approvati dall’Assemblea Plenaria della CEA e dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, che si occupava allora dei convitti clericali dell’Urbe.
La creazione del Collegio Sacerdotale si concretizzò nel 2002, e il suo primo rettore fu il menzionato presbitero Cavalieri. Da allora si sono succeduti quattro rettori. Quasi un centinaio di presbiteri sono stati residenti nel Collegio ed hanno ottenuto i loro titoli di licenza o di dottorato. Sette di loro sono stati nominati vescovi.
Il Collegio dipende dalla Conferenza Episcopale Argentina, la quale esercita le sue funzioni come indicato nello Statuto e nel Regolamento, ed è attualmente vincolata con la Congregazione per il Clero della Sede Apostolica.
La direzione del Collegio è esercitata dal rettore e dal vicerettore, con i quali collabora il direttore spirituale; tutti costoro sono designati per un periodo di tre anni, rinnovabile una sola volta.
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